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CLEAN SEAS

Più rifiuti che pesci in mare entro il 2050.
Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, gli scienziati hanno stimato che al momento ci sono circa 150 milioni di tonnellate di plastica in mare e che di questo passo, entro il 2050, il peso dei rifiuti supererà quello dei pesci.

Ecco il piano anti-plastica del governo neozelandese il quale aderendo al progetto CleanSeas si è posto subito un obiettivo ambizioso a breve termine: ridurre in modo significativo i materiali da smaltire entro il 2020 con un piano articolato in 5 punti:

  • bandire i prodotti contenenti microsfere di plastica
  • sviluppare alternative ai sacchetti di plastica monouso
  • supportare la raccolta dati dei rottami raccolti sulle coste
  • finanziare iniziative per l’ecosostenibilità attraverso il Fondo di riduzione rifiuti
  • riesaminare l’attuazione della legge sulla minimizzazione dei rifiuti per sfruttarla maggiormente e potenziarla.

Basti pensare che ad oggi sono 15 trilioni di frammenti di plastica che infestano il mare, una quantità eccessiva che viene prodotta ogni anno:
solo nel 2015 il carico dei rifiuti può essere paragonato a 900 Empire State Building.

Con la CleanSeas, campagna creata a febbraio 2017, si indirizza l’industria a ridurre al minimo gli imballaggi e riprogettare i prodotti, si sollecitano i governi a varare politiche di riduzione della plastica e si invitano i consumatori a cambiare le loro abitudini d’ uso prima che si verifichi un danno irreversibile nei nostri mari.

Ad aprile dello stesso anno anche l’Italia ha sottoscritto il proprio impegno in questa missione: collegare individui e gruppi di persone per trasformare le leggi, le abitudini e gli stili di vita sostenibili che già esistono nel mondo in modelli condivisi, con l’obiettivo di ridurre i rifiuti marini e i danni che provocano.

In Italia e in generale nell’Unione Europea, i sacchetti di plastica sono stati sostituiti da quelli biodegradabili dal 2011 e presto saranno vietate anche le bottiglie di plastica, che anche se riciclate rimangono un pericolo per il futuro smaltimento.

C’è fermento per la bonifica e la pulizia di tratti di costa e spiagge e anche nel Mediterraneo, che sconta il fatto di essere un bacino chiuso e quindi maggiormente esposto al permanere dei rifiuti, sono all’ordine del giorno iniziative e progetti di pulizia.

E’ stata approvata da poco anche la legge “Salva mare”

secondo la quale ora i pescatori potranno portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti:
finora erano costretti a ributtarla in mare perché altrimenti avrebbero compiuto il reato di trasporto illecito di rifiuti dovendo pagare anche per lo smaltimento.

Entra a far parte di un movimento globale e dicci cosa stai facendo per invertire la rotta!!!

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